Il comportamento del tuo gatto, con sete eccessiva e aumento della minzione, può essere il segnale di una condizione patologica seria e spesso sottovalutata: il diabete mellito felino. Normalmente, i gatti sono animali che tendono a “bere poco”, quindi la necessità di abbeverarsi frequentemente o la ciotola dell’acqua che si svuota troppo velocemente dovrebbe destare attenzione. L’aumento della produzione di urina accompagna spesso questo quadro e può essere il sintomo silenzioso di una malattia metabolica che mette a rischio il benessere dell’animale.
Come il diabete influisce sul comportamento e sul corpo del gatto
Il diabete mellito nel gatto è una patologia cronica caratterizzata da un malfunzionamento dell’insulina. Questa situazione si traduce in un’incapacità dell’organismo di assimilare il glucosio introdotto con la dieta. Il glucosio, fondamentale per fornire energia alle cellule, rimane in circolo nel sangue, causando così iperglicemia. Di conseguenza, il corpo cerca di eliminare l’eccesso di zucchero attraverso le urine, processo che comporta una maggiore perdita di acqua: il gatto quindi urina di più (poliuria) e avverte la necessità di bere più frequentemente (polidipsia).
L’organismo, non riuscendo ad utilizzare il glucosio, percepisce una carenza energetica. Questo stimola la fame (polifagia), ma paradossalmente si assiste anche a perdita di peso, perché i grassi e le proteine vengono mobilitati come fonti alternative di energia. In alcuni casi il manto si presenta opaco e arruffato, segno di disidratazione e malnutrizione che proseguono nel tempo.
Sintomi principali e manifestazioni secondarie
Oltre ai sintomi canonici – seta eccessiva, urine abbondanti, maggior appetito e dimagramento – il diabete può provocare altri segni clinici, alcuni più difficili da riconoscere:
- Minzione inappropriata: Il gatto può iniziare ad urinare fuori dalla lettiera, a causa della frequente necessità di urinare o per la presenza di infezioni urinarie concomitanti;
- Debolezza alle zampe posteriori: Una condizione detta “atteggiamento plantigrado”, in cui l’animale cammina appoggiando il calcagno;
- Cattive condizioni del pelo: Dovute alle gravi perdite di liquidi;
- Infezioni urinarie ricorrenti, quali cistiti, con possibili episodi di sangue nelle urine;
- Epatomegalia (ingrossamento del fegato) rilevabile all’esame veterinario;
- Cataratta: evenienza rara ma possibile.
Questi sintomi possono manifestarsi in maniera più evidente nei gatti adulto-anziani, maschi, castrati e obesi, categorie più predisposte allo sviluppo della patologia.
Diagnosi e differenziale: quando sospettare il diabete
L’identificazione del diabete nei gatti non è sempre immediata, poiché segnali come polidipsia e poliuria si riscontrano anche in altre malattie croniche diffuse tra i gatti in età avanzata, come insufficienza renale o ipertiroidismo. La conferma diagnostica richiede analisi specifiche: test della glicemia, esame delle urine e, se necessario, approfondimenti emato-chimici per verificare la presenza di glucosio nelle urine e i valori degli enzimi epatici.
Un altro aspetto da considerare è la possibilità che lo stress – ad esempio quello provocato dalla visita veterinaria – possa temporaneamente innalzare il livello di glucosio nel sangue. Per questo è essenziale che il sospetto clinico venga approfondito con tranquillità e rigore.
Gestione e prospettive: cosa fare e come intervenire
Una volta accertata la diagnosi, il diabete mellito nel gatto può essere gestito con successo. I trattamenti principali prevedono:
- Somministrazione di insulina quotidiana, sotto prescrizione veterinaria;
- Dieta bilanciata specifica per il gatto diabetico, povera di carboidrati e ricca di proteine;
- Monitoraggio costante dei livelli di glucosio nel sangue;
- Controllo del peso corporeo attraverso un’alimentazione adatta e attività fisica moderata;
Nei casi diagnosticati precocemente, è talvolta possibile ottenere una remissione completa della malattia. Tuttavia, è fondamentale intervenire tempestivamente per evitare complicanze gravi, come il manifestarsi della chetoacidosi diabetica, una condizione metabolica potenzialmente fatale.
Il coinvolgimento del proprietario è centrale nella gestione della patologia, poiché un monitoraggio attento, l’osservazione costante del comportamento e un rapporto di fiducia con il veterinario possono fare la differenza nella qualità della vita del gatto.
Da non trascurare sono le attenzioni sul piano psicologico: stress, cambiamenti ambientali e variazioni della routine possono influire sia sui livelli di glucosio, sia sullo stato emotivo e comportamentale dell’animale.
In caso di sospetto, è essenziale ricorrere tempestivamente a una valutazione veterinaria. Sperare che il gatto “guarisca da solo” è un errore che può portare a conseguenze serie e irreversibili.
Conoscere e riconoscere questi segnali silenziosi permette di intervenire in modo mirato e garantire una vita sana e qualitativamente buona al proprio felino domestico. Una corretta informazione e la consapevolezza dei rischi associati sono il primo passo verso la prevenzione, la diagnosi precoce e la gestione efficace del diabete mellito nel gatto.