La prevenzione di infarto e ictus rappresenta uno degli obiettivi principali della medicina moderna, dato che queste patologie costituiscono ancora oggi la principale causa di morte e invalidità, non solo in Italia ma in tutto il mondo occidentale. Malattie come infarto acuto del miocardio e ictus ischemico possono avere conseguenze gravi e spesso irreversibili; tuttavia, grazie a una diagnosi precoce e alla sorveglianza costante dei fattori di rischio, è possibile ridurre notevolmente il pericolo di eventi cardiovascolari maggiori.
Il ruolo degli esami vascolari è centrale in questo percorso: identificare tempestivamente anomalie, predisposizioni o condizioni già in atto permette di intervenire con strategie preventive mirate e, in molti casi, di salvare letteralmente la vita.
Esami del sangue e profilo lipidico: il primo passo della prevenzione
Un check-up ematochimico dettagliato resta tra le azioni più efficaci per valutare la presenza di potenziali rischi cardiovascolari. Attraverso una semplice analisi del sangue, è possibile ottenere diverse informazioni cruciali:
- Colesterolo totale, HDL e LDL: La distinzione tra colesterolo “buono” (HDL) e “cattivo” (LDL) è fondamentale. Un eccesso di LDL favorisce il deposito di placche nelle arterie (aterosclerosi), mentre l’HDL contribuisce a rimuovere il colesterolo in eccesso, proteggendo i vasi sanguigni.
- Trigliceridi: Alti valori di trigliceridi aumentano il rischio di malattia coronarica e ictus ischemico.
- Dosaggio degli elettroliti: Sodio, potassio, calcio, cloro, fosforo e magnesio consentono di valutare l’equilibrio idro-elettrolitico e identificare alterazioni che possono incidere sulla funzionalità cardiaca.
- Proteina C reattiva (PCR): Un valore elevato di questa proteina può indicare la presenza di infiammazione cronica, uno dei fattori che predispongono a danni vascolari.
- Fibrinogeno: Questo parametro misura la tendenza alla coagulazione del sangue; valori superiori alla norma espongono a trombosi, infarto e ictus.
Anche la glicemia e l’emoglobina glicata rappresentano indici essenziali per la valutazione del rischio, poiché il diabete costituisce uno dei principali fattori predisponenti all’aterosclerosi e quindi agli eventi ischemici. Gli studi più avanzati, come il progetto CVrisk-IT, stanno dimostrando l’efficacia della valutazione sistematica di questi marcatori ematici per identificare le persone a rischio e offrire strategie personalizzate di prevenzione precoce.
Diagnostica strumentale: gli esami che salvano la vita
Accanto alle analisi di laboratorio, sono di fondamentale importanza alcuni esami strumentali che permettono di indagare lo stato di salute dei vasi sanguigni e del cuore:
- Elettrocardiogramma (ECG): È un esame rapido, indolore e non invasivo, utile a rilevare alterazioni dell’attività elettrica del cuore. L’ECG permette di identificare aritmie – come la fibrillazione atriale – e tracce di eventi ischemici (infarto pregresso), condizioni spesso associate a un maggior rischio di ictus.
- Ecocardiogramma: Attraverso l’uso degli ultrasuoni, questo esame offre immagini dettagliate delle camere cardiache e delle valvole, fornendo informazioni indispensabili sulla funzionalità e sulla presenza di patologie pre-cliniche.
- Ecocardiogramma 2D Color Doppler: Consente una visualizzazione avanzata dei flussi sanguigni e delle dinamiche cardiache, utile per individuare anomalie strutturali e deficit nella circolazione coronarica.
- Ecocolordoppler dei vasi del collo: È uno dei test più efficaci nella prevenzione dell’ictus ischemico. Questo esame indolore valuta la pervietà delle arterie carotidi, spesso sede di placche che possono causare occlusione e quindi ictus. L’identificazione precoce di stenosi permette, ove necessario, di intervenire con terapie farmacologiche o chirurgiche prima che si manifesti un danno cerebrale.
Queste indagini strumentali dovrebbero essere consigliate soprattutto a chi presenta fattori di rischio come ipertensione, diabete, familiarità per eventi ischemici, tabagismo, obesità e sedentarietà, ma rappresentano un presidio importantissimo anche in assenza di sintomi evidenti.
Prevenzione personalizzata: chi deve sottoporsi ai controlli
Non esiste una sola categoria di pazienti che possa trarre beneficio dalla prevenzione vascolare; tuttavia, ci sono gruppi che risultano particolarmente esposti:
- Over 50: L’età è un fattore di rischio importante, specialmente per l’insorgenza di aterosclerosi e patologie correlate.
- Persone con storia familiare di infarto o ictus: La predisposizione genetica gioca un ruolo determinante nello sviluppo di eventi cardiovascolari.
- Soggetti affetti da ipertensione, diabete o dislipidemie: Queste condizioni contribuiscono all’aumento della rigidità e dell’ostruzione dei vasi sanguigni.
- Fumatori ed ex fumatori: Il fumo rappresenta uno dei principali nemici della salute vascolare.
- Individui sedentari o con obesità: L’assenza di attività fisica e il sovrappeso aumentano significativamente il rischio di eventi acuti.
I controlli periodici dovrebbero essere definiti insieme al proprio medico curante, il quale può valutare la frequenza e la tipologia di esami più adatti in funzione del profilo di rischio individuale. La diagnosi precoce permette di instaurare tempestivamente terapie farmacologiche, modifiche dello stile di vita o interventi specialistici che abbassano il rischio di complicanze letali.
La cultura della prevenzione: un investimento per la salute
L’importanza di promuovere una cultura della prevenzione è oggi riconosciuta a livello mondiale. Le malattie cardiovascolari rappresentano un problema di salute pubblica che coinvolge milioni di persone e genera un impatto enorme, sia in termini sociali sia economici: solo in Italia, queste patologie sono responsabili di oltre il 34% dei decessi totali.
L’educazione del paziente sul riconoscimento dei fattori di rischio – come ipertensione, colesterolo alto, sedentarietà, fumo, stress, diabete e obesità – riveste un ruolo centrale. Attraverso stili di vita sani, che includano una dieta equilibrata, regolare attività fisica e l’astensione dal fumo, è possibile ridurre drasticamente l’incidenza di infarto e ictus.
Inoltre, l’accesso a esami diagnostici semplici, non invasivi e ripetibili è alla portata della maggior parte della popolazione; la tempestività nell’identificazione di situazioni a rischio consente di agire proattivamente, correggendo i fattori modificabili e monitorando quelli su cui non si può intervenire direttamente.