L’Assegno di Inclusione, introdotto per sostenere i nuclei familiari in condizioni economiche svantaggiate, è fortemente legato al valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Eventuali variazioni dell’ISEE possono avere un impatto diretto sia sulla possibilità di accesso alla misura sia sull’importo del beneficio erogato. Negli ultimi anni, e in particolare con la Legge di Bilancio 2025, le regole e le soglie sono cambiate, spingendo molte famiglie e consulenti a domandarsi cosa succede quando l’ISEE subisce un aumento, una diminuzione o una modifica sostanziale.
L’importanza dell’ISEE nell’Assegno di Inclusione
L’ISEE rappresenta la fotografia economica del nucleo familiare e costituisce il parametro principale per accedere all’Assegno di Inclusione. Nel 2025 la soglia massima di ISEE per poter fare richiesta è stata innalzata da 9.360 a 10.140 euro. Parallelamente, sono state riviste anche le soglie di reddito e quelle particolari per i nuclei con anziani o persone con disabilità.
Quando il valore ISEE supera la soglia fissata dalla normativa vigente, la famiglia perde il diritto a ricevere l’assegno. Al contrario, un ISEE inferiore (a seguito di una riduzione di reddito o patrimonio) può consentire non solo di accedere nuovamente al beneficio, ma talvolta anche di ottenere un importo maggiore rispetto al passato, grazie alle modalità di calcolo dell’integrazione al reddito.
Cosa succede se l’ISEE aumenta?
L’aumento dell’ISEE può avvenire per molte ragioni: per esempio, un nuovo impiego di un componente del nucleo, l’incremento del patrimonio mobiliare o immobiliare, oppure l’accumulo di nuovi redditi. Quando, in fase di rinnovo o aggiornamento dell’ISEE, il nuovo valore
- rimane inferiore alla soglia prevista dalla legge (attualmente 10.140 euro), l’assegno continua a essere erogato, ma l’importo potrebbe diminuire, poiché il calcolo della prestazione tiene conto della nuova situazione economica.
- supera la soglia massima (oltre 10.140 euro), il diritto all’assegno decade e l’erogazione viene sospesa o annullata dall’INPS.
Nel caso di decadenza, l’INPS provvede a comunicare la perdita del beneficio al nucleo familiare, a meno che non intervengano nuove condizioni che giustifichino eventualmente una richiesta di ISEE corrente per situazioni di peggioramento improvviso.
Variazione della situazione economica e ISEE corrente
Se il nucleo familiare vive una variazione significativa e improvvisa del reddito o del patrimonio rispetto a quanto precedentemente dichiarato, è possibile richiedere un ISEE corrente. Questo strumento, riconosciuto nell’ordinamento italiano, permette di adeguare rapidamente il calcolo dell’indicatore alla nuova situazione, riducendo il tempo di attesa tra il cambiamento e il riconoscimento di un diritto o la rimodulazione della prestazione.
- L’ISEE corrente può essere richiesto, ad esempio, in caso di perdita del lavoro o riduzione significativa del reddito familiare.
- La durata dell’ISEE corrente è 6 mesi nel caso di variazione di reddito, mentre può arrivare fino al 31 dicembre dell’anno in corso se la variazione coinvolge il patrimonio.
- L’importo dell’Assegno di Inclusione può quindi essere ricalcolato sulla base del nuovo valore ISEE, spesso risultando più elevato se la variazione economica è peggiorativa per la famiglia (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
In presenza di miglioramenti economici (esempio: incremento del reddito da lavoro stabile), l’ISEE corrente può determinare una riduzione dell’importo o la perdita del diritto stesso all’assegno: per non incorrere in sanzioni o indebiti, è obbligatorio comunicare questi cambiamenti nei tempi e nei modi previsti dalla normativa.
Implicazioni pratiche: obblighi, controlli e suggerimenti
Obblighi e comunicazioni
Ogni variazione significativa della situazione economica deve essere comunicata tempestivamente all’INPS attraverso la presentazione di un nuovo ISEE o di un ISEE corrente. L’omessa comunicazione di variazioni rilevanti, che comportano l’assenza dei requisiti per la misura, può portare a sanzioni amministrative, richiesta di restituzione delle somme percepite indebitamente e sospensione del beneficio.
I controlli dell’INPS
L’INPS esegue controlli incrociati tra i dati dichiarati dai beneficiari e le banche dati fiscali e previdenziali. Qualora vengano individuate discrepanze, come ISEE sottostimati, mancata dichiarazione di nuove fonti di reddito o variazioni patrimoniali, può avviare accertamenti e richiedere documentazione aggiuntiva.
Suggerimenti operativi per i beneficiari
- Rinnovare l’ISEE annualmente e in caso di variazioni economiche o familiari rilevanti (variazioni del lavoro, cambiamenti nel patrimonio, nascita di figli, decesso, separazioni, ecc.).
- Utilizzare l’ISEE corrente per non perdere il diritto o migliorare l’importo dell’assegno in seguito a peggioramenti economici imprevisti.
- Richiedere consulenza a CAF o patronati per valutare tempestivamente l’impatto di ogni variazione sulla misura e ridurre il rischio di perdita del beneficio.
Aggiornamenti normativi e prospettive future
Con la Legge di Bilancio 2025, sono state introdotte significative modifiche anche alle soglie di reddito familiare: il limite è passato da 6.000 a 6.500 euro per la generalità dei nuclei e da 7.560 a 8.190 euro per quelli in cui tutti i componenti abbiano almeno 67 anni o siano in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza. Per le famiglie in affitto il massimale di integrazione aumenta, così come la quota aggiuntiva coperta in presenza di anziani o disabili.
Le famiglie beneficiarie devono monitorare costantemente la propria posizione economica e prestare attenzione alle comunicazioni INPS e alle novità legislative, per adeguarsi tempestivamente a ogni cambiamento e non incorrere nella decadenza dal diritto o, peggio, in contenziosi per indebita percezione. Una corretta gestione dell’ISEE (anche avvalendosi di strumenti come l’ISEE corrente) risulta fondamentale per ottimizzare il beneficio e garantire la conformità normativa (Assegno di inclusione).